In una splendida domenica pomeriggio, all’ombra solo di un paio di lenti scure, mi godo un chiarissimo sole di fine novembre, che qui a Gran Canaria è caldo come il sole di maggio.
Intorpidita dal calore e dal silenzio che mi avvolgono, decido di dar tregua agli occhi, strizzati e semichiusi già da un po’. Complici il vento e la luce forte, mi addormento, lasciando aperto sul lettino il giornale che stavo sfogliando.
Vengo svegliata dal vento, che nel frattempo era aumentato di intensità. Non vale la pena lamentarsi per così poco, sono grata del pisolino appena fatto e mi sento abbastanza sveglia per riprendere a leggere il giornale. Il vento ha girato le pagine. Mi ritrovo davanti un argomento che prima avevo scartato e che ora, forse proprio per il pisolino, sembra più interessante.
Un tale, mai sentito prima, parla di Economia comportamentale e del concetto di irrazionalità: ci sarebbe un fenomeno che riguarda molte scelte economiche, l’irrazionalità, considerato una prassi, in quanto parte della natura umana.
Secondo l'esperto, “le persone sono irrazionali per natura. Agiscono seguendo percorsi illogici, strade apparentemente migliori e distorsioni cognitive”.
Per quanto non fossi a conoscenza dell’Economia comportamentale, la storia dell’irrazionalità umana mi sembra cosa abbastanza scontata, se non trita e ritrita.
Tuttavia, è interessante leggere che, in virtù del peso differente che attribuiamo alle azioni e alle scelte che compiamo ogni giorno, spesso non consideriamo le conseguenze che queste potrebbero avere.
Esistono anche contesti in cui l’istinto e l’irrazionale guidano le persone verso strade impensabili e tuttavia percorribili, se non addirittura migliori di quella abbandonata.
In amore, ad esempio, l’irrazionalità può avere risvolti anche positivi: certe persone apprezzano molto l’imprevedibilità, l'impulsività e la mancanza di logica nel partner, preferendo l’imponderabile al ragionevole (credo di poter dire che non sono tra quelle, ma questa è un’altra storia).
E in economia? Si può essere economicamente irrazionali?
Difficile credere che scelte economicamente rilevanti per un individuo possano compiersi in assenza di un ragionamento ponderato, di un’analisi tra i costi e benefici di un’azione.
Eppure, sembra che una buona dose delle scelte giornaliere che una persona mette in atto funzioni proprio in questo modo.
Siamo esseri irrazionali, ci lasciamo trascinare dall’istinto e, soprattutto negli ultimi tempi, dall’ansia.
Nell’epoca frenetica in cui viviamo, siamo costretti a scegliere nel minor tempo possibile la maggior parte delle volte, senza valutare rischi né conseguenze.
Da un lato, la cosa mi rincuora, perché essendo io una persona ansiosa, mi fa sentire meno sola e meno irrazionale.
Essendo una caratteristica comune a molti, esistono realtà che si fondano proprio sull'irrazionalità, come la politica o il marketing.
Basti pensare all’elezione di Trump. Senza innescare polemiche, è indubbio che la campagna elettorale del neo-presidente eletto abbia fatto leva sull’emotività delle persone, stanche dell’establishment e di quant’altro, a volte effettivamente poco consapevoli del programma politico del tycoon o della sua rivale.
Stessa cosa vale per situazioni molto più piccole, microscopiche a confronto, come la scelta di un pacco di biscotti: perché proprio quello in mezzo a tante altre marche? Spesso semplicemente perché ci piace la canzoncina dello spot. C'è poco da ponderare. Il tempo stringe, dobbiamo correre a prendere i figli che escono da scuola.
Tornando al macro, decisioni poco avvedute si realizzano anche in occasioni molto importanti, come la scelta della facoltà universitaria a cui iscriversi, la scelta di comprare casa, la scelta di sposarsi…
In termini economici, sono tantissime le probabilità di fare la cosa sbagliata, perché siamo mossi dall’irrazionale urgenza di scegliere.
Come limitare i danni?
1 – Conoscendosi. Conoscere se stessi e, se possibile, conoscere le persone con cui abbiamo a che fare, può essere di grande aiuto, perché ci consentirà di prevedere il nostro comportamento e quello degli altri, limitando gli errori di tutti.
2- Informandosi. Avete presente il fenomeno dei “livelli di magnitudo abbassati dallo Stato per non pagare le vittime”? Quel post viralissimo, che ha ottenuto migliaia di condivisioni, subito dopo il recente terremoto nelle Marche e nell’Umbria? Ecco. Quello è un esempio micro di irrazionalità e di ignoranza (in quel caso innocua, anche se comunque penosa). Un esempio macro è la scelta di investire i propri risparmi in qualcosa di assolutamente sbagliato, sempre perché non ci siamo informati abbastanza prima.
Insomma, dal pisolino alle riflessioni sull’essere umano: bastano poche righe per farlo.
In effetti, è sempre così: basta poco.
Basta leggere un po’, informarsi un po’, ragionare un po’ per evitare danni che potrebbero essere enormi.
Vale per tutto, dai biscotti che fanno male al fegato agli investimenti che fanno male al portafogli.
di Annamaria Cardinali
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