Oggi parliamo di risparmio.
Ancora?! – direte voi.
Sì, ancora. E per fortuna, aggiungerei. Perché un argomento sul quale moltissimi risultano impreparati, quando sarebbe meglio saperne “a pacchi”, come si dice in gergo giovanile.
E infatti, usando il loro stesso linguaggio, mi rivolgo ai giovani, i più inesperti in materia.
Senza esagerare coi demeriti, bisogna prima ammettere che la cosiddetta “generazione Z” ha anche dei pregi che non mancheremo di menzionare: ad esempio, secondo i dati di una ricerca ISTAT, l’87% dei ragazzi italiani dai 12 ai 18 anni possiede denaro proprio. Di questi, il 74% lo percepisce a seguito di regali o ricorrenze particolari (compleanno, Natale, diploma di maturità, ecc), mentre il 32% lo ottiene in cambio di lavoretti domestici.
Ora, può sembrare poco, ma se il 32% di ragazzi dai 12 ai 18 anni (stiamo parlando di adolescenti) è in grado di guadagnare piccole somme grazie al proprio impegno, di questi tempi, direi che è già un gran risultato.
Ma i dati della ricerca attribuiscono a questi ragazzi un’altra capacità: quella di tenere da parte, spesso nel salvadanaio di casa, i soldi guadagnati (quelli che preferiscono il porcellino di coccio, corrispondono al 57%, mentre quelli che scelgono di accreditarli su una ricaricabile sarebbero il 28% del totale).
Altri giovani risparmiatori preferiscono affidare i propri soldini ai genitori; altri ancora, aprono un conto corrente e versano lì i frutti delle proprie piccole imprese.
Direi che il panegirico può terminare qui. È il momento di passare alle note dolenti.
Sempre in base ai dati della ricerca ISTAT, il 75% dei ragazzi intervistati userebbe il denaro accumulato su carta ricaricabile o conto corrente per fare acquisti on-line. Le ragazze, quasi tutte, comprano capi di abbigliamento e accessori. I ragazzi (non tutti il 37%) li usano per acquistare videogiochi.
Per questi motivi, spesso, i genitori si trovano a dover preferire il denaro contante alle carte, in modo da poter controllare meglio gli acquisti dei figli.
Ora, benché il 78% dei genitori italiani dichiari di aver proibito categoricamente ai figli di fare acquisti online e di usare i risparmi in loro possesso in maniera sconsiderata, è anche vero che molti di loro non si preoccupano minimamente di educarli alla gestione del denaro.
Temi come il risparmio, l’educazione agli acquisti online e all’uso delle carte di credito non vengono affrontati in famiglia, e purtroppo anche la scuola contribuisce poco.
Eppure, si stima che, già dall’età di 7 anni, i giovani comincino a stabilire col denaro un rapporto serio, prima in maniera più passiva (i genitori aprono libretto postale/conto in banca) poi sempre più partecipata e attiva, quando i genitori iniziano a parlare di soldi con loro (9 anni di età in media), quando ottengono la prima paghetta e si ritrovano a gestirla (10 anni), quando iniziano a fare acquisti online (13 anni, quindi prestissimo), quando ricevono una carta prepagata personale (14 anni).
Insomma, i giovani si trovano abbastanza presto a dover gestire del denaro proprio. Molti lo spendono subito, altri risparmiano (ma solo per breve tempo e senza fare investimenti), altri ancora riescono ad accumularlo per il futuro (molto pochi).
Quello che manca è un’educazione finanziaria che contribuisca a rendere edotti i ragazzi sulle possibilità di far fruttare il proprio risparmio.
Se ci fosse, probabilmente avremmo una generazione più avveduta e consapevole, che una volta raggiunta l’età adulta sarà in grado di compiere scelte ponderate e di trasmettere le conoscenze acquisite.
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