“Questo è un giorno storico per entrambe le aziende. Le nostre due istituzioni di Chicago si uniscono per creare CME Group. Siamo grati per il forte sostegno dimostrato dagli azionisti di CME e CBOT e siamo fiduciosi sul fatto che la fusione tra le nostre società porterà notevoli benefici a tutti i nostri azionisti, clienti, soci e alla stessa città di Chicago.”
Così parlò Terry Duffy, presidente della neonata CME Group, il 12 luglio 2007, quando fu formalizzata la fusione tra i due colossi americani, la Chicago Mercantile Exchange Holdings Inc. (CME) e la CBOT Holdings, Inc. (CBOT).
La nuova creatura si dimostrò nel tempo alquanto vorace, acquisendo pian piano anche altri mercati, come ad esempio il KCBT (Kansas City) il Nymex e il Comex.
Una sorta di monopolista, in grado di imporre il proprio modus operandi all’intero mondo delle commodity USA, dalle carni ai petroliferi, dai prodotti agricoli ai metalli. Un colosso da 1,6 miliardi dollari (dati riferiti al 2007), con un volume medio di scambi pari a circa 10,2 milioni di contratti al giorno nel secondo trimestre del 2007. Clienti da più di 80 paesi, per una copertura pressoché globale.
Qualche analista sollevò perplessità a riguardo, altri salutarono l’iniziativa assecondando lo spirito annunciato da Duffy, vale a dire un grande vantaggio per tutti.
In effetti, almeno guardando la situazione dal nostro modesto punto di vista, il fatto di poter disporre di un unico sito dove poter raccogliere informazioni su margini, volumi, prezzi di chiusura e quant’altro, rappresentava una bella novità e, diciamocelo, pure un vantaggio.
Le parole di Duffy furono profetiche. La fusione garantì veramente un bel salto di qualità, in termini di fatturato, ed effettivamente azionisti e soci ne trassero beneficio (immaginiamo pure la città di Chicago).
E i clienti? Non proprio. Dopo anni di vacche grasse, è venuto il tempo della mungitura.
A partire da marzo 2014 CME ha deciso che l’accesso ai dati non sarà più gratuito, ma a pagamento. In pratica, per poter abilitare qualsiasi piattaforma di trading a vedere le quotazioni e quindi ad operare sui mercati CME, sarà necessario pagare.
Quanto?
Considerato che chiedere un balzello uguale per qualsiasi profilo di investitore, a prescindere che facesse 10 operazioni l’anno o 10.000, deve essere sembrato anacronistico, si è deciso di operare una suddivisione tra “amatore” e “professionista”.
Ai primi è chiesto un contributo di cinque dollari al mese per ogni mercato, con un tetto massimo fissato a 15$. In pratica, per poter operare sui cinque mercati tradizionali (CME Group per le carni, CBOT per i prodotti agricoli, NYMEX per petrolieri e alcuni metalli, COMEX per i metalli, KCBT per il grano di Kansas City), occorre farsi carico di 15 biglietti verdi ogni mese, per un totale di 180 dollari l’anno.
I coloniali (mercato ICE) sembrerebbero al momento esenti da questo provvedimento, non appartenendo a CME.
Come si diceva, i 5 dollari valgono per i “non professionisti”, tipicamente i privati, perché per gli operatori di mestiere (banche, fondi di investimento, gestori istituzionali ecc.) sono ben diversi.
All’apertura di un conto corrente è pertanto necessario dichiarare di non essere professionisti (sempre naturalmente che non lo siate) e per farlo occorre compilare un form che va ad aggiungersi alla documentazione contrattuale che il broker richiede.
ATTENZIONE: verificare che questa dichiarazione venga compilata e consegnata al broker, in caso contrario finireste a pieno titolo tra i trader di professione.
Come pagare? Non bisogna fare nulla. Gli importi vengono prelevati direttamente ogni mese sui conti correnti dei clienti (il nostro ex ministro Amato era un dilettante a confronto), senza alcuna incombenza burocratica.
Da questo regime sono “graziati” i vecchi clienti, per i quali il provvedimento viene fatto slittare al primo gennaio 2015.
Cosa fare alla luce di questo nuovo balzello?
Cominciamo con dire che, per quanto riguarda Relax Trading, nulla cambia finché si opera in simulazione. Quando si apre il conto presso il broker, qualunque esso sia, occorre invece domandarsi su quali mercati si intende operare.
Normalmente, chi parte per la prima volta in reale deve fare esperienza, e non dispone ancora di un conto corrente importante, che gli consenta di fare operazioni su mercati più impegnativi. Come tale opera principalmente con le granaglie, quindi con CBOT.
Consigliabile a questo punto far abilitare solo questo mercato ed escludere tutti gli altri. In qualsiasi momento sarà possibile chiedere al broker di abilitare gli altri. Ricordatevi, all’apertura del conto, di richiederlo esplicitamente al vostro broker, inviandogli una email e verificando che la cosa venga applicata.
CME Group per petrolio e carni
NYMEX e CME, petroliferi e carni, dovrebbero rappresentare il passaggio successivo, grosso modo un anno dopo aver operato in reale con le granaglie. Da valutare invece la convenienza di continuare ad operare sul grano di Kansas City, almeno per un trader che su tale mercato operi saltuariamente.
Analoga valutazione per il rame, l’oro e l’argento, quotati al COMEX. Quante operazioni si fanno in un anno? Ne vale la pena? Ognuno si dia una risposta in base al proprio profilo di rischio, alla propria esperienza e naturalmente alla propria disponibilità economica.
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