Prendi due persone che si conoscono appena e mettile in un bar.
«Che lavoro fai?», chiede ad un certo punto uno all’altro.
È una domanda inevitabile, probabile, di quelle che ti aspetti. Non ha una collocazione precisa nella conversazione ma prima o poi si materializza, e tu lo sai.
Perciò, sei pronto a rispondere.
L’imprevedibile, invece, accade subito dopo ed è la reazione del tuo interlocutore.
Poniamo caso che, alla domanda di cui sopra, l’“intervistato” in questione risponda: «Io lavoro da casa», così, generico e lapidario.
Il viso del suo interlocutore potrebbe colorarsi di tutte le sfumature umanamente possibili: dal verde invidia al rosso bile, passando per un colorito giallastro, stile ittero neonatale, tipico di chi è profondamente disorientato ma pronto a sommergerti di domande.
Immagina di essere Tu a rispondere «Io lavoro da casa» e…preparati a galleggiare.
Perché?
Perché all’improvviso, senza che tu abbia il tempo di accorgertene, ti ritroverai, immerso fino al collo, in un mare di domande.
Procurati un salvagente, perché seguirà un fiume di esclamazioni, tipo “bellooo!”, oppure “seeh, ma va'?!” o commenti quali “che ffortunaaa!” e sconsolate ammissioni, tipo “come ti invidio” e “quanto vorrei essere al tuo posto, sigh!”.
E così, mentre ti lasci subissare dalla curiosità e dall’incredulità del tuo nuovo amico, non puoi fare a meno di chiederti: “ma davvero è così bello?”.
Intendiamoci: lavorare da casa ha i suoi BEI vantaggi e, si sa, i privilegi saltano subito al nervoso occhio di chi non ne ha.
Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica e la medaglia ha sempre due facce.
Cioè? – mi dirai.
Pro e contro, amico mio, pro e contro.
D'altronde, quelli ci sono sempre.
Bisogna valutarli ed è ovvio che per farlo occorre avere una certa esperienza in materia.
Bisogna, appunto, lavorare da casa.
Se non sei “del mestiere”, se in testa ti frulla l’idea di iniziare una nuova vita, lasciarti tutto alle spalle, svegliarti una mattina e restare esattamente dove sei, a casa, devi essere ben consapevole di quello che ti aspetta.
Vorresti un consiglio da chi se ne intende?
Te ne do anche due.
Nel corso degli ultimi anni, ho acquisito una certa dimestichezza nel valutare la questione, fondamentalmente per due motivi:
1- sono una traduttrice, a casa ci vivo e ci lavoro;
2- vivo con un web marketer, che a casa ci vive e ci lavora.
Sarò onesta con te, analizzerò pro e contro, mettendomi in discussione, per te.
“Per ogni su, c’è sempre un giù; per ogni men, c’è sempre un più”, canticchiava Mago Merlino al giovane Artù ne La spada nella roccia. Con le note della canzone in testa, snocciolo la questione a cuor leggero:
– Su: lavorando da casa si risparmia il tempo perso negli spostamenti.
– Giù: puoi dire addio al traffico. L’adrenalina mattutina, quella che senti salire quando sei in ritardo, subirà una battuta d’arresto definitiva. Puoi dire addio anche a quella.
– Su: a differenza di quanto accade sul posto di lavoro, a casa si è più produttivi. Nessuno ti guarda: steso sul divano, stravaccato sul letto, con le molliche dei biscotti dappertutto, puoi fare un gran bel lavoro.
– Giù: prima o poi, sei costretto a vestirti, toglierti quel bel pigiama caldo e raccogliere le molliche che hai sparso per casa. Mica sei Pollicino!
– Su: ti svegli quando vuoi, vai a letto quando vuoi, esci quando vuoi, stai dove vuoi. Praticamente, sei libero.
– Giù: ti svegli a mezzogiorno, pensi “chissenefrega” dell’orologio, procedi a un ritmo lento. Praticamente, sei il re delle pantofole.
– Su: nessun telefono stridulo interrompe la tua quiete, nessun collega inopportuno bussa alla tua porta, nessun capo esigente ti dice cosa devi e non devi fare.
– Giù: se sei sposato e hai figli, potrebbe essere un problema. Non hai scuse: devi giocare con loro, coccolarli, fare il padre e il marito. Lo so, è dura.
– Su: non sei costretto a farti bello/a ogni mattina, indossare abiti puliti e adatti all’ambiente di lavoro, mangiare panini tristi ogni giorno mentre aneli alle pantofole e al weekend.
– Giù: ti mancherà terribilmente il junk food (panino del Mc Donald e simili). Sei costretto a mangiare cibo sano.
Potrei continuare, ma odio leggere articoli troppo lunghi e non vorrei scriverne uno proprio ora.
La conclusione? La lascio a te.
Oh, io ti ho avvisato, poi fai come ti pare.
Ah! Quasi dimenticavo: lavorare da casa non significa che a casa ci metti le radici. Prendi il portatile e vai dove ti pare! Al bar, da un amico, in biblioteca, in spiaggia, all'aeroporto…
Io, per esempio, sono andata alle Canarie.
di Annamaria Cardinali
Se vuoi conoscere quello che facciamo da anni con grandissimi risultati e come abbiamo cambiato la vita di tante persone, permettendogli di gestire i propri soldi in piena autonomia, senza affidarli a nessuno, impegnando solo pochi minuti al giorno, clicca qui sotto e scopri di più.