25 dicembre 2016, Natale.
L’una del pomeriggio, minuto più, minuto meno. Dove siete a quest’ora?
Alt! Lasciatemi indovinare…
Siete in sala di pranzo, a casa di vostra madre, armeggiate a tavola con forchette e coltelli e fate a gomitate col vicino; vi lamentate del roastbeef sempre uguale e vi accalcate sulla lasagna della nonna che, come al solito, è la migliore al mondo.
No? Fatemi riprovare…
Siete attorno al tavolo e indugiate a sedervi mentre chiacchierate coi parenti che non vedevate da tempo, correte dietro ai vostri figli che non ne vogliono sapere di mettersi a tavola, indossate al volo il cappotto e scendete di corsa in cantina per prendere le sedie che mancano, insieme a due o tre bottiglie di vino rosso. Fame da lupi dentro e freddo cane fuori.
Acqua – dite. Ancora non ci siamo…
Avete già finito il pranzo, siete gonfi e paonazzi come palloni aerostatici, intorpiditi dal vino e dal calore del camino acceso; vi trascinate da una stanza all’altra desiderando il divano o il letto, pronti per la pennichella post prandiale. Soffiate sui vetri gelidi e scrivete il vostro nome sulla condensa umida, mentre coprite il numero sulla cartella con il guscio di una nocciolina, urlando “AMBO”, al primo numero uscito.
No, eh? Ancora acqua. Uff, ok! Lasciatemi ragionare.
Dunque: la tavola ci deve essere, per forza. La roba da mangiare pure. I parenti e la tombola ci sono. L’aria natalizia c’è ma, forse manca qualcosa…
Come dite? Manca il “freddo cane fuori”?
Ahhh, ecco! Forse ho capito.
Riproviamo.
Siete all’ombra della veranda del vostro bungalow, il tavolo c’è ma è quello da giardino, gli spiedini di carne che avete cotto alla brace strabordano dai piatti.
Fuochino.
Vostra madre mette un po’ di crema solare sulla punta dell’indice e la spalma sul nasino dei vostri figli, che potrebbero scottarsi perché hanno la carnagione chiara. Il più caloroso dei commensali addenta il suo spiedino a torso nudo e se ne sta beato in costume, ciabatte e occhiali.
Fuochino – dite. Sono sulla buona strada.
In frigo ci sono mango, papaya, melone e un altro stranissimo frutto, che fuori sembra un carciofo e dentro è rosa e dolce come Peppa Pig. La frutta tropicale completerà il dessert, insieme al ron miel tipico della zona e a un panettone italiano preso prima di partire e fatto entrare a forza nella valigia da mettere in stiva, insieme alla tombola. Perché la tradizione va rispettata, sempre e ovunque, anche a Gran Canaria.
Ah-a! Vi ho trovati! Fuoco!
Siete in una di quelle piccole casette bianche con giardinetto e piscina che mi piacciono tanto, circondati da palme altissime che il vento fa ondeggiare e da enormi piante grasse che per quanto sono grandi sembrano finte, a un passo da spiagge che paiono infinite, bagnate da un mare blu scuro che è l’Oceano Atlantico.
Avete scelto di passare le feste lontano dal freddo e dal caos delle città intasate dal traffico. Avete preso un volo diretto per Las Palmas e siete partiti con la t-shirt sotto al cappotto. Avete convinto i parenti a salire sull’aereo con voi e avete gioito vedendoli sdraiati a bordo piscina, mentre si godono un caldissimo sole di dicembre.
Avete fatto tutto questo e…sapete una cosa? Avete fatto bene.
Noi siamo tutti qui, e vi aspettiamo.
Buon Natale dal team di Hekla!
di Annamaria Cardinali
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