Nel post di oggi parliamo della Tobin Tax e di come funziona.
Sicuramente si tratta di una delle tasse meno conosciute per chi non investe in borsa, si tratta infatti della Tobin tax, entrata in vigore in Italia nel 2013, questa imposta di mercato preoccupa molto i piccoli risparmiatori, ma anche le grandi aziende. Vediamo il perché.
Tobin Tax come funziona
Conosciuta come Tobin Tax, prende il nome dal suo creatore, un'economista di nome James Tobin che pensò bene come far recuperare del denaro al governo mettendo una tassazione quasi pari allo 0%. Com'è possibile?
Questa imposta nasce per porre un freno agli investimenti più disparati che portarono alla crisi mondiale del 2010.
Tuttavia tale legge venne studiata molto tempo prima, infatti James Tobin l'aveva proposta nel 1972 e alcuni paesi ne presero spunto già da subito.
Cos'è la Tobin Tax
La Tobin Tax non è altro che una piccola tassazione sulle transazioni finanziarie all'interno del mercato. Tale legge prevede infatti che su ogni movimento economico vi sia una piccola imposta da pagare.
Non a caso la legge nasce con una proposta di poter trattenere dallo 0,05% minimo fino all'1% massimo, l'imposta da dover versare dipendeva dal tipo di operazione.
Una volta arrivata la Tobin tax in Italia venne giudicata troppo pesante sia per le grandi aziende che per i piccoli risparmiatori e, per tale ragione, venne limitata ponendola con una tassazione dello 0,12%. Questa venne poi incrementata allo 0,20% e alleggerita attraverso delle specifiche clausole.
Per poter usufruire dello sconto del 50% sulla tassa, facendola quindi scendere allo 0,10%, bisogna operare all'interno di un mercato regolamentato, le cui operazioni rispettino determinati criteri. Tutto ciò serve a bloccare (o quanto meno rallentare) le transazioni sotto-banco che privano il governo di tantissimi miliardi ogni anno.
Perché la Tobin tax è tanto temuta?
Quando nella seconda metà del XX secolo l'economista James Tobin elaborò questa legge, ebbe come ispirazione delle nobilissime intenzioni, cioè quella di privare di una piccola parte del denaro le transazioni finanziarie (nonché effettuate il più delle volte dai possessori di grandi capitali) e utilizzare tali somme per eliminare il fenomeno della povertà.
Se da un lato le intenzioni della proposta erano più che legittime, dall'altro lato è stato possibile notare come le transazioni fossero diminuite drasticamente rischiando di fermare l'economia del paese. Ciò fece si che i governi decidessero di porre questa tassazione su livelli minimi, non intralciando troppo il mercato finanziario ma riuscendo ad ottenere una piccola somma da ogni spostamento economico.
Tuttavia la paura per questa tassa è tutt'ora più che legittima, nonostante si tratti in Italia dello 0,20% riducibile allo 0,10%, la trattenuta di una percentuale così ”bassa” porta alla perdita da parte degli investitori di milioni e milioni di euro.
Per esempio è sufficiente pensare ad un'operazione di mercato da 10 miliardi di euro (10.000.000.000), una tassazione dello 0,20% farebbe entrare nelle mani del governo ben 20 milioni di euro il che non è certamente una cifra da poco se considerato su ogni movimento finanziario giornaliero!
Chi la deve versare e quando viene applicata
Sicuramente una delle domande più frequenti è proprio questa, quando viene applicata la Tobin tax?
Questo genere di transazione colpisce unicamente le operazioni di mercato pluri-giornaliere, infatti la tassazione scatta al termine della giornata e viene applicata sulla somma finale stipulata dall'azienda.
Ad esempio se un'azienda acquista un titolo di azioni pari a 1.000 euro, se nessuna di queste verrà venduta entro fine giornata vi sarà una tassazione dello 0,20/0,10% (in base al tipo di mercato, se controllato o meno) e quindi si parlerà di una tassazione finale di 2 o 1 euro.
Se invece di queste azioni dal valore di 1.000 euro ne viene venduto un quantitativo pari a 500 euro, l'azienda dovrà affrontare la Tobin tax soltanto sui 500 euro rimasti in possesso, e quindi si andrebbe a pagare un totale di 1 euro o 50 centesimi.
Ovviamente chi conclude i propri andamenti finanziari prima della fine della giornata e rimane senza titoli allo scadere del tempo, non dovrà pagare alcun imposta. Se invece si tratta di investimenti pluri-giornalieri, si andrà incontro a tassazioni giornaliere che faranno pesare non poco questa tassa.