Single? Sposati? Pensionati? Avete famiglia al seguito? Siete soli ma liberi come farfalle e magari vi chiedete come vivere viaggiando?
Avete voglia di viaggiare? Vi piacerebbe girare il mondo? O semplicemente cercate un motivo buono per uscire dal tracciato sicuro e monotono della routine? Bene in ogni caso.
Siete pronti a partire?
Ah, avete già preparato i bagagli. Benissimo!
Quand’è così, non resta che varcare la soglia di casa e mettersi in viaggio.
Andare, sì…ma dove?
La meta, come disse saggiamente qualcuno, è il viaggio stesso. A molti non importa sapere dove si sta andando. L’importante è procedere e godersi tutto: il movimento, l’incontro, la conoscenza, perdersi e ritrovare la strada.
L’essenziale è respirare a pieni polmoni, anche se l’odore invitante di un piatto tipico che vorreste assaggiare dovesse mescolarsi a quello insopportabile del sudore di qualcuno; essenziale è spalancare gli occhi e assorbire tutte le immagini, senza fotografarle, senza discriminarle: se una strada non compare su LonelyPlanet o su TripAdvisor, non significa che sia meno bella del Taj Mahal.
Esplorare è la parola d’ordine. Perdersi, per trovare colori nuovi, odori… Certo, stando lontani da posti pericolosi e malfamati, sempre che ci teniate alla pelle, la vostra e quella dei vostri compagni di viaggio.
Non vi piace l’idea? Siete programmatici, sistematici, pianificatori? Volete uno schema preciso, una tabella di marcia da seguire? E sia!
Prima di partire per un lungo viaggio, portati la lista di cose da fare, quella di cose da vedere, segui tutte le tappe e tieni sempre d’occhio l’orologio, da bravo boy scout.
Non siamo tutti uguali. C’è a chi piace partire all’avventura e a chi piace programmarsi il tempo libero.
Sono posizioni condivisibili, e in parte mi attengo ad entrambe. Mi piace avere una meta, ma adoro perdermi in un tramonto, dimenticare l’orologio, studiarmi la guida sul treno, buttarla nello zaino o dimenticarla in albergo, stilare la tabella di marcia mentre preparo la valigia e poi scordarmi il foglio a casa.
Adoro viaggiare, anche quando significa andare incontro a giorni incerti, posti invivibili, avversità e scherzi del destino. Cerco di prenderla alla leggera, di vedere sempre il lato positivo, di cogliere il meglio da tutto. E poi, come disse una ragazza francese molto simpatica e molto saggia che conosco, “If you don’t like it, take your suitcase and go somewhere else” = “Se un posto non ti piace, prendi la tua valigia e vai da qualche altra parte”.
Siamo sempre in tempo per tornare indietro, ma il tempo che ci resta per partire e fare della nostra vita un viaggio infinito è sempre troppo poco.
E a proposito di viaggi infiniti, qui sorge spontanea una domanda…
Come vivere viaggiando se non hai i mezzi adeguati?
Come affrontare un viaggio, infinito o meno che sia, se non si hanno i mezzi per farlo?
Non ho dato per scontata la questione economica, ho solo glissato un po’ sul lato finanziario. È così vile! Scherzo, naturalmente. I soldi sono vitali, altro che vili!
Per il pedaggio, un fiorino. Per pranzare, cenare, fare merenda, altri fiorini. Per dormire? Un sacco di fiorini. Eccetera, eccetera.
Ho letto diversi articoli sui viaggi low cost, “come viaggiare a costo zero”, “viaggiare con meno di 500 euro per due settimane”, e via dicendo. Ma spesso le soluzioni proposte dagli autori di questi articoli non considerano le variabili che agiscono sulle scelte di una persona.
Ad esempio: un pensionato che decide di partire insieme a sua moglie per le Canarie potrà pure adattarsi alle 4-5 ore di volo su un “comodo” sedile Ryanair, e ammettiamo pure che si accontenti di mangiare solo un panino tutti i giorni all’ora di pranzo, ma che si adegui alle condizioni disastrose di un bungalow vista mare tanto economico quanto infestato di bestie feroci (gli insetti locali), beh, non mi pare proprio il caso. Non lo farei neanch’io, che ho meno di 30 anni.
Ostello, alloggi da condividere, stanze doppie, tende, couchsurfing (molto di moda: significa dormire sul divano di qualcuno e mettere a disposizione il proprio, nell’abitazione del paese d’origine) non sono esattamente soluzioni applicabili a tutti i profili umani.
Alcune persone hanno bisogno di privacy, di vivere in posti dignitosamente puliti, di godersi il viaggio come meglio credono, senza dover scendere troppo a compromessi.
Dunque qual è la soluzione che vi consente di viaggiare e vivere il viaggio come meglio credete, senza troppe rinunce?
Vivere viaggiando con il lavoro da remoto
La soluzione è lavorare. Anzi, lavorare da casa.
Che assurdità! – direte voi. Prima parli di viaggiare, di esplorazioni, di lasciare il tracciato della routine per altri lidi, e poi parli di CASA!?
Certo. Se viaggiare è quello che volete, allora il MONDO sarà la vostra casa.
Non sto parlando di roba astratta. Cambiare casa non sarà d’intralcio al vostro lavoro se avrete sempre con voi un pc, una connessione ad internet e, naturalmente, voglia di fare.
Fare cosa? – mi chiedete.
C’è molto da fare lavorando online. Tra le tante altre cose di cui sentirete parlare, c’è il trading e c’è Hekla.
di Annamaria Cardinali
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